Se c’è una cosa che abbiamo imparato fin da bambini è che le fiabe sono popolate di principi e principesse, e che principi e principesse abitano nei castelli. Ecco perché i mondi delle fiabe sono pieni zeppi di architetture maestose, imponenti ponti levatoi e altissime torri merlate: strutture che, vuoi per tenere prigioniero un drago (o una fanciulla) vuoi per manifestare al mondo la magnificenza di chi li ha costruiti e vi soggiorna, sfidano il cielo con altezze inusitate.
E dove ci sono torri e piani rialzati, non possono che esserci scale. Le trasposizioni in cartoni animati che hanno consacrato alla fama del pubblico mondiale le migliori fiabe della tradizione orale e scritta hanno reso celebri anche alcuni esempi di scalinate, che sono entrate a pieno titolo nell’immaginario collettivo.
La rampa di scale probabilmente più famosa dell’universo fiabesco è quella teatro – e per certi versi complice – della più precipitosa fuga della storia. I rintocchi che scandiscono la mezzanotte risuonano nell’aria quando la giovane Cenerentola si lancia fuori dal salone delle feste per raggiungere la sua carrozza prima che l’incantesimo svanisca. Ed è proprio lì, su uno dei numerosi gradini dell’ampia scalinata in marmo (in alcune versioni ricoperti dal regale tappeto rosso) che ascende alla reggia del principe, che Cenerentola perde una delle sue scarpette di cristallo. Sarà proprio grazie a questo dettaglio che il giovane erede al trono riuscirà a ritrovare la sua amante misteriosa e a raggiungere il lieto fine.
Trasferendoci invece in una location interna e in un adattamento cinematografico più recente, assume particolare rilevanza simbolica la sfarzosa scalinata della reggia abitata dal principe tramutato in Bestia, con i suoi due rami laterali che si uniscono a formare la gradinata centrale che discende fino all’androne. La scala è il teatro sul quale si manifesta il cambiamento nell’animo del protagonista: mentre inizialmente è il luogo proibito a Belle, che ha il divieto assoluto di accedere all’ala ovest, alla fine diviene il tramite tra i due. Nella scena finale, infatti, la Bella e la Bestia scendono i gradini mano nella mano e vestiti a festa, per dare inizio a un romantico ballo d’amore che ha fatto sognare intere generazioni.
Infine, se abbandoniamo gli splendenti manieri che possiamo ammirare con le loro architetture anche nella realtà (è risaputo che la Disney si ispirò per il proprio castello a quello di Neuschwanstein, in Germania, dopo che Walt in persona ne rimase affascinato), in numerose fiabe ci possiamo imbattere in scale decisamente più modeste, spartane e persino bizzarre: da quella di legno con cui il lupo Ezechiele tenta di scalare la casa di mattoni dove trovano rifugio i tre porcellini, alla pianta di fagiolo magica che cresce fino al cielo e su cui Jack si arrampica fino ad arrivare alla dimora del gigante.
Per non parlare della povera Rapunzel, costretta a srotolare la sua lunghissima chioma per far salire i suoi ospiti nella torre in cui era prigioniera: lei sì che avrebbe avuto bisogno di una scala!
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